L’intervento del presidente dell’Autorità di sistema al Consiglio comunale sul porto

“E’ vero che per Milazzo nel piano triennale e annuale si continuano a portare dietro le stesse opere, ma questo avviene perché non riesco ad avere una visione strategica condivisa con il Comune di Milazzo”.
Il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Mario Mega, intervenendo ieri sera alla seduta straordinaria del consiglio comunale, ha lamentato l’assenza di interlocuzione con l’Amministrazione in carica, comunicando alle forze politiche presenti in Aula di avere presentato ad aprile una visione strategica per lo sviluppo del porto di Milazzo da poter mettere alla base del documento di programmazione strategica, preliminare alla redazione di tutti i piani regolatori dei porti, senza il quale non si può partire con i piani regolatori, ma di non avere ricevuto alcuna risposta. “Una qualsiasi interlocuzione –ha precisato- per pervenire a soluzioni condivise che mi permettessero di chiedere finanziamenti”.
Il presidente dell’Autorità di sistema ha poi relazionato sulla situazione del porto di Milazzo, criticando programmazioni ereditate che non hanno avuto seguito e “le cose fatte in silenzio”. Ha riferito del pontile di Giammoro e della banchina XX luglio, di altri problemi ereditati come quello del dragaggio giunto, ormai all’ultimo step, con Ispra e Arpa chiamate a stabilire ora il coefficiente di torbidità, oggetto di riunione fissata per giorno 17. Facendo riferimento alla nuova legge di gestione delle Autorità di Sistema che riconosce ai territori un ruolo che è fondamentale nello sviluppo dei porti, ha detto che “il porto di Milazzo si sviluppa se Autorità di Sistema e Comune definiscono una strategia di sviluppo. Compito dell’Autorità di Sistema, per legge, è di pianificare il porto e le sue attività, “ma per raggiungere lo scopo –ha aggiunto Mega- l’amministrazione comunale deve interloquire con noi e ha tutte le caratteristiche per farlo, mentre fin qui c’è stato solo il mio dispiacere per non aver potuto pianificare lo sviluppo del porto di Milazzo”.
A seguire l’intervento del comandante della Capitaneria di porto, Massimiliano Mezzani che si è soffermato sulla security del porto con la delimitazione dei confini facendo cenno all’attuale contesto normativo che la disciplina.
Quindi il dibattito con l’intervento dei cari consiglieri, aperto da Lorenzo Italiano che ha sottolineato come il porto “sia un tutt’uno con la città, rapporto simbiotico che lo rendono strategicamente importante per Messina e la Sicilia. Nonostante ciò però Milazzo non ha ricevuto l’attenzione che merita, essendosi ad oggi limitati a sporadici interventi a macchia di leopardo”. Il consigliere ha ricordato tante battaglie passate e scelte mai fatte, allorquando si aveva visione per un porto regionale, pur restando sempre un punto nevralgico per l’economia e il turismo. Poi ha riproposto richiesta per l’apertura degli spazi laddove non c’è portualità.

Il rappresentante del Comitato grande porto Sciotto ha ribadito quanto rappresentato già al Presidente Mega per le banchine, i fondali ed i collegamenti, elementi che sono essenziali per parlare di un porto. Ha parlato poi di sicurezza all’interno del bacino portuale e della necessità che il molo Marullo torni nella disponibilità dei cittadini.
Il consigliere Antonio Foti è tornato sui rapporti tra il Comune e l’Autorità di Sistema anche con riguardo ai molini Lo Presti e la conseguente rifunzionalità del molo Marullo. Infine, richiesta per sapere quali possono essere i passi futuri per il porto, cominciando dalla soluzione della banchina XX luglio, nella prospettiva di una visione complessiva dell’Autorità di Sistema che assicuri un consistente passo in avanti per il porto di Milazzo.
Il consigliere Giuseppe Doddo da parte sua ha evidenziato come l’economia dell’Autorità Portuale sia stata da sempre sostenuta dal porto di Milazzo; ha reclamato il diritto dei cittadini a disporre degli spazi liberi non asserviti alle operazioni portuali, perché –ha detto- la città deve riprendersi quello che è suo e tornare a godere dell’affaccio a mare, mentre lo stato di fatto è da considerare “frutto di arroganza”.
L’assessore Roberto Mellina, infine, intervenuto in rappresentanza dell’Esecutivo, ha ribadito la disponibilità dell’amministrazione al confronto per pervenire ad una visione comune che consenta al porto di avere lo sviluppo che merita ed alla cittadinanza una struttura finalizzata a funzioni turistiche e commerciali, contestualmente alla possibilità di godere degli spazi non asserviti alle operazioni portuali.

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